Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe

Il calore profondo della casa di Nazareth ha superato i confini del tempo per farsi abbraccio e benedizione tra le mura di ogni famiglia di Amendolara. Ieri, sabato 27 dicembre 2025, la Parrocchia Madonna della Salute ha celebrato la bellezza del quotidiano in occasione della festa della Sacra Famiglia. Una giornata speciale in cui la comunità, guidata dal parroco don Nicola Mobilio e dal collaboratore don Franco Gimigliano, ha riscoperto che la santità non abita nelle nuvole, ma tra le mura di casa, tra i sorrisi e le fatiche di ogni giorno.
Don Nicola, riprendendo il cuore del Natale, ha ricordato come il Verbo si sia fatto carne per «porre la sua tenda in mezzo a noi». L'immagine suggerita è quella di un Dio che non sceglie privilegi, ma che accetta di «sporcarsi le mani» entrando nelle pieghe più intime e a volte difficili della nostra esistenza. Gesù è cresciuto in una famiglia vera, che ha conosciuto l'esilio e la povertà, dimostrando che non serve la perfezione per essere amati da Dio. «La famiglia perfetta delle pubblicità non esiste — ha osservato il parroco — ma esiste la realtà di chi soffre e, fidandosi del Signore, trova sempre la forza di ricominciare».
Un momento di profonda riflessione è scaturito dalla meditazione sul senso autentico dell'«onorare il padre e la madre». Don Nicola ha spiegato che questo comandamento rappresenta una vera sorgente di vita, poiché i genitori sono sulla terra il prolungamento della mano creatrice di Dio. Onorarli non è un semplice atto formale, ma significa dare il giusto valore e importanza alle radici che hanno dato sostanza alla nostra stessa identità. La qualità della nostra fede, ha sottolineato il parroco, si misura proprio nel momento della fragilità: prendersi cura di un genitore anziano, anche quando la mente svanisce e «non ci riconosce più», diventa un'altissima opera di misericordia rivolta a Dio stesso. È un richiamo forte contro la cultura dell'indifferenza, che ci ricorda come, al termine del cammino terreno, saremo tutti spogliati di ricchezze e titoli, uguali davanti all'abbraccio dell'Eterno.
L'atmosfera si è fatta carica di emozione quando i coniugi presenti sono stati invitati a guardarsi negli occhi per rinnovare le loro promesse matrimoniali. In un mondo dove i legami sembrano fragili, vedere mariti e mogli riaffermare il proprio «Sì» nella gioia e nel dolore è stata la testimonianza più luminosa di una carità che cresce e si fortifica nello Spirito.
A coronamento della celebrazione, don Nicola ha voluto che ogni famiglia portasse con sé un pezzetto di quella grazia vissuta in chiesa. Subito dopo la benedizione, è stato consegnato a ogni nucleo familiare un quadretto della Santa Famiglia di Nazareth. Non un semplice oggetto, ma il segno tangibile di una protezione divina che entra nelle case: portarlo con sé significa scegliere che la benedizione del Signore abiti stabilmente su ogni membro della famiglia, proteggendo le relazioni e alimentando la speranza.
Nunzio Bartolini
